giovedì 13 novembre 2014

Tv locali abbandonate dallo Stato. 70mila posti di lavoro a rischio in Italia


Settantamila posti di lavoro. È questo il numero degli addetti delle emittenti locali che, per colpe non certo addebitabili a loro, rischiano di finire in mezzo alla strada. Il problema scaturisce dall'introduzione del digitale terrestre (giugno 2012). Lo Stato a suo tempo ha assegnato delle frequenze, obbligando le aziende ad adeguamenti tecnologici che, di fatto, le hanno dissanguate.
Nel frattempo l'Unione Europea ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia perché alcune di quelle frequenze "disturbano" segnali Tv di altri paesi (Malta, Francia, Croazia). Soluzione trovata dall'Ue: il ritiro delle frequenze. E i soggetti Tv all'epoca riconosciuti "operatori di rete"? Addio, possono chiudere. Con buona pace delle belle parole sullo sblocca Italia e sulla ripresa economica dietro l'angolo. A meno che le predette emittenti non trovino la possibilità di farsi ospitare da altri operatori di rete che non disturbano nessuno. Operazione tutt'altro che gratuita, s'intende.
Lo Stato italiano, molto attento negli ultimi anni a risolvere problemi dei grossi gruppi editoriali (e di conseguenza politici, ogni riferimento è puramente intenzionale) si sta assolutamente disinteressando del destino di tantissimi lavoratori che dal primo gennaio prossimo rischiano di finire in mezzo alla strada. Il punto è che se le frequenze che lo Stato aveva deciso di assegnare non andavano bene, che colpa ne hanno le emittenti? La soluzione sarebbe stata quella di assegnarne altre che non disturbassero nessuno. E invece niente. Per i 15 mila lavoratori di Alitalia una soluzione è stata trovata. Per 70 mila operatori delle emittenti locali la soluzione è un ristoro economico per le emittenti interessate. E i lavoratori? Il loro destino a questa classe dirigente non interessa. E il dubbio che si vogliano soltanto "zittire" tante voci libere è dietro l'angolo. 
Succede anche in Sicilia, l'unica regione d'Italia (Governo Lombardo ma anche quello attuale) che non ha aiutato le emittenti locali costrette ad adeguarsi all'introduzione del digitale terrestre. Tutto questo avviene in un silenzio assordante, in un clima di manifesta inutilità di una classe parlamentare per la quale le Tv locali sono importanti solo se e in quanto forniscono un microfono.
Massimo D'Antoni
twitter: @dantonisciacca

1 commento:

  1. Alla classe parlamentare interessa solo essere intervistata e dire tante belle parole, perché solo quello sanno dire...belle parole. Mi dispiace tanto per le tv locali, perché chi come me vive lontana dalla sua terra è proprio grazie a queste che si tiene informata sugli avvenimenti che si susseguono nel proprio paese. Ogni volta che mi collego in streaming al tg locale mi sembra come di essere a casa. Rivedo luoghi dove sono cresciuta e mi si riempie il cuore. E per questo mi rattrista leggere queste notizie anche perché perderebbero il posto di lavoro settanta mila persone, giornalisti bravi ed encomiabili per il lavoro che svolgono.
    Francesca

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