Avere trasformato la singola questione riguardante lo sciopero della fame dell'anarchico Alfredo Cospito in un dibattito (con molte, troppe dietrologie) sulla natura, e perfino sull'opportunità stessa dell'applicazione del regime del carcere duro, si sta rivelando una forzatura spaventosa. E, ancora una volta, ne è venuta fuori l'ennesima pagina del copione infinito del "teatrino della politica". Il tema, delicato e al tempo stesso controverso, è stato oggetto, in passato, di considerazioni avanzate dalla stessa Corte europea dei diritti dell'uomo, che però non hanno prodotto alcun risultato concreto, e il "carcere duro" ha resistito a diverse spallate.
martedì 31 gennaio 2023
Il carcere duro: perché il dibattito sul singolo caso Cospito si sta estendendo sulla norma nella sua interezza
Avere trasformato la singola questione riguardante lo sciopero della fame dell'anarchico Alfredo Cospito in un dibattito (con molte, troppe dietrologie) sulla natura, e perfino sull'opportunità stessa dell'applicazione del regime del carcere duro, si sta rivelando una forzatura spaventosa. E, ancora una volta, ne è venuta fuori l'ennesima pagina del copione infinito del "teatrino della politica". Il tema, delicato e al tempo stesso controverso, è stato oggetto, in passato, di considerazioni avanzate dalla stessa Corte europea dei diritti dell'uomo, che però non hanno prodotto alcun risultato concreto, e il "carcere duro" ha resistito a diverse spallate.
giovedì 19 gennaio 2023
Ma 30 anni di latitanza sono (anche) colpa di quella parte di società che continua a considerarsi controparte dello Stato
Indubbiamente ci sono tanti punti oscuri nella storia della lotta alla mafia, rivelatori (e in modo piuttosto inequivocabile) delle connivenze tra Stato e criminalità organizzata. E questo ben al di là della questione della trattativa, diventata oggetto di procedimenti giudiziari che hanno avuto un esito a dir poco deludente per chi li ha istruiti. Ma tutto questo non toglie nulla all'importanza della cattura di Matteo Messina Denaro. E di questo va dato atto a chi ha portato a termine questo risultato.
Bisogna pensare male? Sì, bisogna. E allora penso male pure io: se Messina Denaro è rimasto latitante per 30 anni, e probabilmente a casa sua, non è stato solo per la protezione di quella che il procuratore De Lucia ha definito "borghesia mafiosa" o, per dirla con l'ex magistrata Teresa Principato, "delle massonerie internazionali", ma è stato anche perché è stata la stessa società che oggi inorridisce e minimizza, eleggendosi a "controparte" dello Stato, a ritenere che la sostanza della democrazia dipenda esclusivamente da quello che decidono i governanti, limitandosi ad autoassolvere la propria coscienza.
venerdì 13 gennaio 2023
Libri. Giorgio Scerbanenco, autore noir. Italiano (a dispetto del cognome)
altre sue cose, perché è una fase, quella attuale, in cui mi va di conoscere autori del passato, che raccontavano storie che, in futuro, i fatti di cronaca avrebbero confermato come non ci sia niente di più inedito della realtà, e di come la realtà superi regolarmente la fantasia.
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Fatemi giocare un po'. Lo faccio attraverso una (tentata) esegesi della cheppa. Ma sì, il celeberrimo scialle di lana trapuntata, di ...