venerdì 13 gennaio 2023

Libri. Giorgio Scerbanenco, autore noir. Italiano (a dispetto del cognome)

Ascoltando una delle più recenti puntate di "Fahrenheit", programma di approfondimento culturale di Rai Radio 3, mi sono imbattuto nella figura di Giorgio Scerbanenco. Non sfuggirà, ancorché "italianizzata", la natura inequivocabilmente slava del cognome. In realtà all'anagrafe di Kiev, il 28 luglio del 1911, il cognome corretto è Ščerbanenko. Padre ucraino, mamma italiana. Milano fu la sua città di adozione. E, stando a quanto apprendo, negli anni ha consegnato alla letteratura autentiche delizie thriller ambientate nella più europea delle città italiane, illuminandola nelle stradine e nei viali con una scrittura essenziale ma insuperabile, tra l'ironico e il drammatico. 
Personalmente in questi giorni ho potuto imbattermi in "Sei giorni di preavviso", che si trovava nella libreria di mio padre, e che sto rileggendo con gusto e passione. Si tratta della prima indagine poliziesca che ha come protagonista Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston che si autopromuove a detective. È un romanzo del 1940. 
Visse poco Giorgio Scerbanenco. Morì infatti nel 1969. Chissà quante altre opere avrebbe potuto consegnare alla storia della letteratura italiana. A lui è intitolato un premio letterario per la letteratura poliziesca e noir. Voglio leggere
altre sue cose, perché è una fase, quella attuale, in cui mi va di conoscere autori del passato, che raccontavano storie che, in futuro, i fatti di cronaca avrebbero confermato come non ci sia niente di più inedito della realtà, e di come la realtà superi regolarmente la fantasia.

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