Ricevo e pubblico questo interessante contributo dell'amico Salvatore Monte, ex assessore del comune di Sciacca.
La
nostra città, negli anni, ha sempre cercato di costruirsi un’immagine.
Terme, Ceramica, Corallo, Carnevale, Pesca ed ovviamente Mare.
Peculiarità affascinanti che, diciamolo, farebbero gola a chiunque. Un
insieme di tesori che, se ben sfruttati, darebbero linfa vitale
all'intero indotto economico della nostra città. La recente notizia
della chiusura del Museo del Mare rappresenta, senza ombra di dubbio, un
momento importante che ci deve indurre ad una riflessione che tutti noi
dobbiamo portare avanti, a prescindere dai pensieri di natura politica o
personalistica. Ricordo bene quando, in prima persona mi recai,
dall’allora dirigente scolastico del Primo Circolo di Sciacca, a
chiedere la possibilità di usufruire momentaneamente di alcune sale per
ospitare i reperti del Museo del Mare di Contrada Muciare, a seguito
della terribile alluvione che colpi la nostra città. I locali che
insistono su via Giuseppe Licata sono, da sempre in verità, stati
utilizzati dal Comune per l’allestimento di diverse mostre (già dai
tempi del Sindaco Cucchiara, autore della riapertura di quell’ala del
complesso Fazello). Prima di concludere il mio mandato lasciai dunque
due generi di allestimento: a) uno relativo appunto ai reperti del museo
mare e b) uno relativo all’esposizione di una mostra di corallo e
ceramica, frutto di un finanziamento europeo ottenuto
dall’Amministrazione Di Paola. Solo qualche settimana dopo le elezioni
amministrative seppi che i manufatti in corallo ed in ceramica tornarono
ai legittimi proprietari per dare vita ad un unico Museo, quello del
Mare appunto. Una nuova visione dunque, non più con in prima linea,
probabilmente, la Lega navale sezione di Sciacca, con la quale il comune
aveva firmato un protocollo di intesa, ma con la nuova associazione
“Amici di Vincenzo Tusa” che, armata di buona volontà, ha cercato di
valorizzare il sito del Fazello, seppur alcuni di quei locali vennero
affidati in maniera del tutto temporanea. Volendo sorvolare sull’aspetto
prettamente tecnico legato all’esigenza di recuperare documentazioni
tecniche, aggiornate alle normative vigenti ed utili alla riapertura del
sito, credo sia arrivato il momento però di “mettere a sistema” quello
che, in parte, nel 2016 si era già fatto. Si lavori con entusiasmo per
ridare luce al Museo del Mare di Contrada Muciare, luogo oggetto di
finanziamenti pubblici che non può restare in quelle condizioni. Si
lavori per l’apertura definitiva della strada di collegamento tra il
viale delle terme e la contrada Muciare. Ma non dimentichiamoci, ad
esempio, della piccola mostra permanente nei locali della sede dei
ceramisti in piazza Scandaliato, chiusa da tempo per mancanza di
personale. Non dimentichiamoci del Museo del Carnevale che necessita di
urgenti lavori di manutenzione per salvaguardare le apparecchiature
dalle infiltrazioni d’acqua. Ed ancora, si torni a parlare di “messa in
rete” delle chiese saccensi in sinergia con la Curia Arcivescoviile. Si
torni a dialogare con il Consorzio Corallo e si trovino spazi idonei per
mettere in mostra l’antica arte dei maestri corallari. Infine, si
“approfitti affettuosamente”, del neo sovrintendente ai beni culturali
di Agrigento, Michele Benfari, un uomo carico di entusiasmo ed al posto
giusto, per dare una carica al settore artistico/monumentale alla nostra
città. Dovremmo capire che basterebbe accendere un riflettore sulle
nostre singole realtà per riaccendere il turismo, l’economia e la
speranza di continuare a credere in questa città. Occorre guardare
avanti per salvare la nostra identità e per tornare a dare fiducia a chi
in questa nostra città vuol crescere e vivere. La
nostra città, negli anni, ha sempre cercato di costruirsi un’immagine.
Terme, Ceramica, Corallo, Carnevale, Pesca ed ovviamente Mare.
Peculiarità affascinanti che, diciamolo, farebbero gola a chiunque. Un
insieme di tesori che, se ben sfruttati, darebbero linfa vitale
all'intero indotto economico della nostra città. La recente notizia
della chiusura del Museo del Mare rappresenta, senza ombra di dubbio, un
momento importante che ci deve indurre ad una riflessione che tutti noi
dobbiamo portare avanti, a prescindere dai pensieri di natura politica o
personalistica. Ricordo bene quando, in prima persona mi recai,
dall’allora dirigente scolastico del Primo Circolo di Sciacca, a
chiedere la possibilità di usufruire momentaneamente di alcune sale per
ospitare i reperti del Museo del Mare di Contrada Muciare, a seguito
della terribile alluvione che colpi la nostra città. I locali che
insistono su via Giuseppe Licata sono, da sempre in verità, stati
utilizzati dal Comune per l’allestimento di diverse mostre (già dai
tempi del Sindaco Cucchiara, autore della riapertura di quell’ala del
complesso Fazello). Prima di concludere il mio mandato lasciai dunque
due generi di allestimento: a) uno relativo appunto ai reperti del museo
mare e b) uno relativo all’esposizione di una mostra di corallo e
ceramica, frutto di un finanziamento europeo ottenuto
dall’Amministrazione Di Paola. Solo qualche settimana dopo le elezioni
amministrative seppi che i manufatti in corallo ed in ceramica tornarono
ai legittimi proprietari per dare vita ad un unico Museo, quello del
Mare appunto. Una nuova visione dunque, non più con in prima linea,
probabilmente, la Lega navale sezione di Sciacca, con la quale il comune
aveva firmato un protocollo di intesa, ma con la nuova associazione
“Amici di Vincenzo Tusa” che, armata di buona volontà, ha cercato di
valorizzare il sito del Fazello, seppur alcuni di quei locali vennero
affidati in maniera del tutto temporanea. Volendo sorvolare sull’aspetto
prettamente tecnico legato all’esigenza di recuperare documentazioni
tecniche, aggiornate alle normative vigenti ed utili alla riapertura del
sito, credo sia arrivato il momento però di “mettere a sistema” quello
che, in parte, nel 2016 si era già fatto. Si lavori con entusiasmo per
ridare luce al Museo del Mare di Contrada Muciare, luogo oggetto di
finanziamenti pubblici che non può restare in quelle condizioni. Si
lavori per l’apertura definitiva della strada di collegamento tra il
viale delle terme e la contrada Muciare. Ma non dimentichiamoci, ad
esempio, della piccola mostra permanente nei locali della sede dei
ceramisti in piazza Scandaliato, chiusa da tempo per mancanza di
personale. Non dimentichiamoci del Museo del Carnevale che necessita di
urgenti lavori di manutenzione per salvaguardare le apparecchiature
dalle infiltrazioni d’acqua. Ed ancora, si torni a parlare di “messa in
rete” delle chiese saccensi in sinergia con la Curia Arcivescoviile. Si
torni a dialogare con il Consorzio Corallo e si trovino spazi idonei per
mettere in mostra l’antica arte dei maestri corallari. Infine, si
“approfitti affettuosamente”, del neo sovrintendente ai beni culturali
di Agrigento, Michele Benfari, un uomo carico di entusiasmo ed al posto
giusto, per dare una carica al settore artistico/monumentale alla nostra
città. Dovremmo capire che basterebbe accendere un riflettore sulle
nostre singole realtà per riaccendere il turismo, l’economia e la
speranza di continuare a credere in questa città. Occorre guardare
avanti per salvare la nostra identità e per tornare a dare fiducia a chi
in questa nostra città vuol crescere e vivere. La
nostra città, negli anni, ha sempre cercato di costruirsi un’immagine.
Terme, Ceramica, Corallo, Carnevale, Pesca ed ovviamente Mare.
Peculiarità affascinanti che, diciamolo, farebbero gola a chiunque. Un
insieme di tesori che, se ben sfruttati, darebbero linfa vitale
all'intero indotto economico della nostra città. La recente notizia
della chiusura del Museo del Mare rappresenta, senza ombra di dubbio, un
momento importante che ci deve indurre ad una riflessione che tutti noi
dobbiamo portare avanti, a prescindere dai pensieri di natura politica o
personalistica. Ricordo bene quando, in prima persona mi recai,
dall’allora dirigente scolastico del Primo Circolo di Sciacca, a
chiedere la possibilità di usufruire momentaneamente di alcune sale per
ospitare i reperti del Museo del Mare di Contrada Muciare, a seguito
della terribile alluvione che colpi la nostra città. I locali che
insistono su via Giuseppe Licata sono, da sempre in verità, stati
utilizzati dal Comune per l’allestimento di diverse mostre (già dai
tempi del Sindaco Cucchiara, autore della riapertura di quell’ala del
complesso Fazello). Prima di concludere il mio mandato lasciai dunque
due generi di allestimento: a) uno relativo appunto ai reperti del museo
mare e b) uno relativo all’esposizione di una mostra di corallo e
ceramica, frutto di un finanziamento europeo ottenuto
dall’Amministrazione Di Paola. Solo qualche settimana dopo le elezioni
amministrative seppi che i manufatti in corallo ed in ceramica tornarono
ai legittimi proprietari per dare vita ad un unico Museo, quello del
Mare appunto. Una nuova visione dunque, non più con in prima linea,
probabilmente, la Lega navale sezione di Sciacca, con la quale il comune
aveva firmato un protocollo di intesa, ma con la nuova associazione
“Amici di Vincenzo Tusa” che, armata di buona volontà, ha cercato di
valorizzare il sito del Fazello, seppur alcuni di quei locali vennero
affidati in maniera del tutto temporanea. Volendo sorvolare sull’aspetto
prettamente tecnico legato all’esigenza di recuperare documentazioni
tecniche, aggiornate alle normative vigenti ed utili alla riapertura del
sito, credo sia arrivato il momento però di “mettere a sistema” quello
che, in parte, nel 2016 si era già fatto. Si lavori con entusiasmo per
ridare luce al Museo del Mare di Contrada Muciare, luogo oggetto di
finanziamenti pubblici che non può restare in quelle condizioni. Si
lavori per l’apertura definitiva della strada di collegamento tra il
viale delle terme e la contrada Muciare. Ma non dimentichiamoci, ad
esempio, della piccola mostra permanente nei locali della sede dei
ceramisti in piazza Scandaliato, chiusa da tempo per mancanza di
personale. Non dimentichiamoci del Museo del Carnevale che necessita di
urgenti lavori di manutenzione per salvaguardare le apparecchiature
dalle infiltrazioni d’acqua. Ed ancora, si torni a parlare di “messa in
rete” delle chiese saccensi in sinergia con la Curia Arcivescoviile. Si
torni a dialogare con il Consorzio Corallo e si trovino spazi idonei per
mettere in mostra l’antica arte dei maestri corallari. Infine, si
“approfitti affettuosamente”, del neo sovrintendente ai beni culturali
di Agrigento, Michele Benfari, un uomo carico di entusiasmo ed al posto
giusto, per dare una carica al settore artistico/monumentale della nostra
città. Dovremmo capire che basterebbe accendere un riflettore sulle
nostre singole realtà per riaccendere il turismo, l’economia e la
speranza di continuare a credere in questa città. Occorre guardare
avanti per salvare la nostra identità e per tornare a dare fiducia a chi
in questa nostra città vuol crescere e vivere.
Salvatore Monte