mercoledì 26 novembre 2014

Berlusconi pronto a "perdonare" Alfano: l'ultimo colpo di scena di uno a cui la politica italiana non interessa più nulla



Nella migliore delle tradizioni mistificatorie Silvio Berlusconi ieri si è detto disponibile a "perdonare" Angelino Alfano. Ma perdonarlo da che cosa? Evidentemente dalla decisione dello scorso anno assunta dall'ex delfino, che improvvisamente decise di colmare il "gap" che gli mancava opponendosi, piuttosto coraggiosamente, va ammesso, ad una rinascita di Forza Italia più dettata dalla rabbia del capo per la sua condanna definitiva subita sulla questione dei diritti tv Mediaset che per ragioni politicamente alte e nobili.
Non risulta che qualcuno abbia chiesto perdono a Berlusconi. Ma lui vuole apparire sempre come il Giulio Cesare tradito da Bruto. Perché lui continua a ritenersi infallibile, pur sapendo che la storia ha sancito che infallibile non era (e non è). Tanto più che oggi Alfano potrebbe perfino contrattaccare, dicendo che non è certo lui colui che deve chiedere perdono, e che la sua scelta di non arroccarsi sulle posizioni estremiste (suicide) imposte da un certo "brunettismo" in definitiva è stata vincente. 
Ma  Angelino Alfano conosce troppo bene Berlusconi. Il quale dal canto suo sa bene che il Centrodestra non gli appartiene più, così come fatica ad esistere ancora. Il capo è ormai costretto a tentare qualunque strada per convincere che la politica italiana continui ad interessargli qualcosa. Un po' come il Milan, diciamolo pure. 
Il patto del Nazareno è per lui intoccabile. La sensazione è che lo sia non tanto per i risvolti riguardanti le possibili riforme istituzionali, quanto per gli impegni che Matteo Renzi sta prendendo ancora una volta per salvare il suo impero televisivo (maxisconto già accordato dall'Agcom sui canoni per le frequenze tv sia a Rai sia a Mediaset è un segreto di Pulcinella per non essere annoverato tra le intese inconfessabili).
Ma prima del ritiro Berlusconi vuole lasciare l'eredità politica, sapendo bene (compiaciuto) che c'è un sacco di gente che continua a pendere dalle sue labbra. Un'eredità sotto forma di un Centrodestra costretto però a rincorrere, su posizioni che definire oltranziste è un eufemismo, il leader leghista Matteo Salvini. 

E alla fine il "perdono" annunciato da Berlusconi ad Alfano (spero che il Ministro non faccia l'errore di assecondarlo) secondo me è solo il foglio di via definitivo a Raffaele Fitto. Come dire: io a te il partito non lo darò mai. A costo di organizzare improbabili casting per scegliere i dirigenti del futuro, a costo (perfino) di far tornare all'ovile la pecorella smarrita Angelino Alfano.
Massimo D'Antoni
@dantonisciacca

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