lunedì 8 dicembre 2014

Morire sul palcoscenico: tutti gli artisti sperano che quando sarà la propria ora accada così. Addio a Mango, professionista perbene e nemico dello showbiz

Dicono che sia il sogno di ciascun artista: quando sarà la loro ora sperano di morire sul palcoscenico. È accaduto a Mango. Un ottimo professionista dello spettacolo, nemico dello showbiz (pagandone le conseguenze) eppure assai più capace di tanti suoi colleghi osannati da stampa e discografia. 
Lo scorso mese di settembre Mango si è esibito a Ribera, a margine del Pizzafest. La sera del suo concerto il pubblico vide con i propri occhi la sofferenza fisica. L'artista interruppe il concerto, un'ambulanza lo trasferì all'ospedale di Sciacca per accertamenti. 
Nei miei inizi di speaker radiofonico lo programmavo spesso nelle mie trasmissioni. Trovavo che fosse un artista particolare, geniale a suo modo. Una sera di 25 anni fa un mio amico suo fan sfegatato costrinse l'intera compagnia ad andarlo a sentire a Bivona. Fu una serata bellissima.
Negli ultimi tempi ho scoperto tramite Spotify un album di cover di Mango. Un brano su tutti mi ha entusiasmato: l'esecuzione di "Canzone", successo di Don Backy eseguito con un meraviglioso arrangiamento. 
Gli artisti si salutano con il frutto della loro arte. E io lo faccio con questo brano.

1 commento:

  1. E' in momenti come questi che si sente il bisogno di un di più di capacità di analisi e di studio delle vicende storiche recenti, non di meno. E non è una novità nemmeno la famosa espressione "sono tutti una cosa". I Belsito, i Fiorito, i Lusi, i Bossi, Galan,passando per Fini,ma anche Di Pietro sono stati tutti fenomeni legati alla cultura della tabula rasa, non si salva nessuno, azzeriamoli tutti, del potere alla gggente, etc.Chi è pulito lo è perché ha evitato rigorosamente di sporcarsi le mani e quindi non fa testo, perché la purezza che non conosce il rischio del peccato è semplicemente ipocrisia. Anche perché in questi anni tanto schifosi negli stessi luoghi in cui avvenivano le peggiori nefandezze c'erano e ci sono persone che hanno continuato a resistere ritrovandosi nell'incredibile condizione di essere detestati da chi li disprezzava perché non si erano piegati al "così fan tutti" e di essere semplicemente ignorati da chi per realizzare nuove carriere all'insegna del "nuovo " (ma quanti "nuovi" abbiamo conosciuto in oltre venti anni!) aveva semplicemente bisogno di non avere altri concorrenti. C' è una corruzione diffusa che non risparmia nessuno e che non si limita alla politica. Le troppe edizioni del nuovismo l'hanno spesso semplicemente trasformata per riproporla in nuove versioni. Se non si ha il coraggio di guardarla in faccia non ce ne libereremo e preparerà la strada a fenomeni politici sempre più pericolosamente autoritari.
    Frank

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