giovedì 18 dicembre 2014

Italia corrotta. Ma non condivido il "gioco al ribasso" del dire no alle Olimpiadi del 2024. Sarebbe come chiedere a Cristiano Ronaldo di non giocare per non correre il rischio di infortunarsi



«Settimo comandamento: non rubare». Pausa, sorriso sornione, occhi furbetti a cercare la complicità del pubblico che intanto ride rumorosamente. Poi la battuta al vetriolo: «Dio questa regola l'ha scritta apposta per noi italiani, anzi: secondo me l'ha proprio dettata in italiano a Mosè». Durante il suo meraviglioso recital tv (spero alla Rai abbiano capito che non ci vuole poi molto ad assolvere al ruolo di servizio pubblico) Roberto Benigni ha invitato gli italiani a riflettere e a vergognarsi un po' di quello che questo Paese è diventato. Un invito sottotraccia, che non ha escluso nessuno, a partire da quei cosiddetti "onesti" che si incavolano davanti alle notizie del Telegiornale ma girano lo sguardo dall'altra parte se assistono a un fatto strano.
Mi hanno colpito le parole dell'ex Pm di Mani pulite Piercamillo Davigo: «Non hanno mai smesso di rubare, solo di vergognarsi». Trovo che sia una affermazione tostissima, simbolica quasi di un'evoluzione antropologica del potente che ne approfittava, ne approfitta e, ahimè, a questo punto continuerà ad approfittarne. «Nessuno mi ha mai offerto del denaro, non so quindi se sono onesto», disse qualcuno negli anni di Tangentopoli. Perché se è vero che l'occasione fa l'uomo ladro è anche vero che ogni esagerazione si trasforma in patologia. 
Qual è lo scenario oggi? Rassegnarsi ad uno stato di cose che tutti ci rappresentano come inevitabile? Non so rispondere, lo confesso. Noto però una rassegnazione preoccupante di fronte alle obiezioni che stanno venendo fuori sull'opportunità che Roma possa ospitare i giochi olimpici del 2024. Dopo la speculazione sui terremoti (sic!), dopo l'Expo, il Mose (e ovviamente Mafia capitale) il dubbio che la solita cricca possa approfittarne se serpeggia è perfino normale. Ma credo anche che la corruzione non si combatta col gioco al ribasso di chi sta dicendo no ai giochi olimpici. Perché così significherebbe allora che sarebbe meglio che Cristiano Ronaldo non giocasse più se vuole evitare di infortunarsi. 
Il punto vero, secondo me, è che in Italia non vige alcuna certezza del diritto. Dice un mio caro amico magistrato che basterebbe soltanto che in materia di corruzione un condannato scontasse regolarmente la pena, anche se questa fosse di una settimana, di quindici giorni, di un mese, o di due anni. L'assenza di una qualsivoglia espiazione (per condanne di pochi anni non si va in carcere) significa la mancanza del benché minimo deterrente. 
Tanto per provarci, intendiamoci. Perché chi ha smesso di vergognarsi di aver rubato (e di essere stato scoperto) non si vergognerà di nient'altro. Tanto più che la norma non obbliga nemmeno alla restituzione del maltolto. E poi se anche finisse in carcere, il ladro (soprattutto quello potente) riceverà sempre la visita di qualche parlamentare garantista dalla coda di paglia che magari lo andrà a trovare e a prenderne le difese.
Massimo D'Antoni
@dantonisciacca

1 commento:

  1. Condivido in pieno tutto questo articolo, dal principio alla fine , parole sante !!

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