venerdì 15 giugno 2018

Non è vero che Destra e Sinistra non esistono più. Ma al primo posto restano le sensibilità e i valori personali

Attorno al concetto di "verità" si sono affermate, nel corso dei secoli, teorie di tipo diverso: ora filosofiche, ora teologiche. Soggetto e oggetto si sono rivelati, e continuano a rivelarsi, fattori talvolta contrapposti, difficilmente coesistenti all'interno di un unico contesto. Ne consegue che si fa ancora troppa confusione nel considerare "verità" quello che, invece, è soltanto un punto di vista o, peggio, una "fake news" che, fagocitata dal sistema mediatico, talvolta diventa quella che abbiamo imparato a conoscere con la definizione di "post-verità". 
Rischia di essere considerata tale, per esempio, l'affermazione secondo la quale "Destra e Sinistra" non esistono più e che non abbiano rappresentanza politica. Io contesto apertamente queste affermazioni, soprattutto la prima. Non credo affatto, infatti, che "Destra e Sinistra" non esistano più. Esistono ancora, eccome. Sostenere il contrario significa solo interpretare la serpeggiante delusione della gente, e facendolo attraverso quello che è a tutti noto con un sostantivo specifico: populismo. Ma se il politico spregiudicato approfitta di questo disorientamento popolare (che lo condurrà prima o poi a scontrarsi con scenari diversi), una riflessione meno caustica la merita sicuramente la seconda affermazione da me messa in discussione, ossia l'ipotesi secondo la quale i valori della Sinistra oggi non siano degnamente rappresentati all'interno dei partiti politici. 
Esistono sensibilità personali e modi di guardare ai problemi della società che prescindono dalla presenza o, peggio, dalla presunta inadeguatezza sulla scena politica, di uno o più partiti di riferimento. Esistono anche orientamenti che si fondano su una passione civile (singola o collettiva) più disinteressata, che non si preoccupa più di tanto di essere o meno maggioritaria, figuriamoci se si preoccupi di potere esercitare un potere più o meno governativo. Ecco perché nella asprissima polemica sulle politiche riguardanti l'immigrazione, mi trovo sempre più a disagio ad aprire dibattiti "nel merito" delle singole questioni, posto che sempre più spesso le mie opinioni vengono trascinate sul della più becera tifoseria calcistica, che francamente non mi appassiona. Ed è una lotta a dir poco impari quella che si rischia di sostenere contro le post-verità amplificate dal tam-tam del consenso sui social e dei toni più o meno aggressivi. Post-verità è, per esempio, quella che considera le ONG niente più che associazioni a delinquere dedite al business. Una vicenda su cui perfino un uomo dello Stato, ossia il procuratore di Catania Zuccaro, inciampò clamorosamente. 
Concludo coi partiti. Oggi chi cerca gli interpreti dei valori della Sinistra non ha grandi possibilità di scelta. La Sinistra è in crisi, i partiti più di essa. Ma qual è l'alternativa? Per quanto mi riguarda non certo quella di votare per partiti senza identità o per partiti di destra. Perché se l'idea di punire chi si ritiene ci abbia rappresentati male è democraticamente ineccepibile (è quella che sancisce l'alternanza al potere, per fortuna), l'impostazione sui valori di fondo assume, per quanto mi riguarda almeno, un valore leggermente diverso. E su questo non transigo, anche se la Democrazia è il valore assoluto, di fronte al quale mi inchino. 

1 commento:

  1. Bravo Massimo.
    E grazie per il garbo con cui interpreti i pensieri du molti.

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