venerdì 16 agosto 2019

Costituzione e voltafaccia: quando le bugie hanno le gambe corte

I
Il tritacarne comunicativo di questi ultimi giorni di crisi del governo Conte, sta confermando la deriva senza fine di una civiltà dell'immagine che fagocita (senza alcuna pietà) cultura e buona educazione. Non è da oggi, d'altronde, che si immagina che il consenso politico possa permettere di violare le regole. Mi soffermerò brevemente sull'iniziativa riguardante il "taglio dei parlamentari". Farò un paio di considerazioni non tanto nel merito della proposta, quanto nel metodo dichiarato per conseguire l'obiettivo. Questione, quella del metodo, che merita di essere esaminata attentamente, posto che taluni protagonisti della politica immaginano impunemente di potere convincere l'opinione pubblica della giustezza della propria proposta rifilando, consapevolmente (e, dunque, colpevolmente), delle idee a dir poco strampalate e fuori dalla Costituzione.

Sostenere, così come ha fatto Luigi Di Maio, che "in due ore" si possono abolire 345 parlamentari per poi così tornare a votare, è una sorta di affronto al buonsenso che, personalmente, considero inaccettabile. L'accettazione di questa "sfida" da parte di Matteo Salvini (chen come fece Renzi, rischia di diventare vittima della sua stessa ambizione) conferma la necessità dei politici di oggi di "stare sul pezzo", senza attribuire importanza alcuna alla correttezza delle metodologie previste. Trascurare, come è stato fatto, che il taglio dei parlamentari richiede una riforma di tipo costituzionale, con approvazione di un apposito disegno di legge che deve essere approvato da entrambe le Camere con maggioranza qualificata (i 2/3 dei componenti) e con, in più, il meccanismo della "doppia lettura" ("due approvazioni due"  per un totale di "quattro" a distanza (ciascuna Camera) di almeno tre mesi l'una dall'altra, è un fatto di una gravità inaudita, così come, per vie informali, il Quirinale sembra già aver fatto rilevare.
La necessaria doppia approvazione del Parlamento di una riforma costituzionale può essere fatta anche a maggioranza semplice. Tuttavia, in questo caso, occorre poi un referendum confermativo dove (indipendentemente dall'esito finale), è richiesta la partecipazione al voto di almeno il 50% più uno degli aventi diritto. Questione, quest'ultima, che mi richiama alla mente la consultazione-suicidio di Matteo Renzi, quella del 4 dicembre del 2016, quella che prevedeva la sostanziale abolizione del Senato come camera elettiva (in un sistema di "bicameralismo perfetto", dove entrambi i rami del Parlamento fanno la stessa identica cosa). 
La conclusione è che il popolo non può essere talmente bue da pensare che "in due ore" si possa ridurre il numero dei parlamentari. Sostenerlo significa tentare di prendere in giro le persone. Il punto è che, ahimè, alcune persone accettano di farsi prendere in giro.
Un'ultima annotazione, nel dibattito odierno, desidero farla sullo scontro Conte-Salvini. La presa di distanza del premier (sfiduciato dal Papeete Beach, poveri padri della Patria dove siete?) sul tema dell'immigrazione non mi intenerisce. Rivela, piuttosto, una presa di distanza ahimè tardiva da parte del capo del Governo (e dei ministri Trenta e Toninelli) su talune porcherie commesse in un anno nel solco dei porti chiusi e della (inesistente, come chi ha buonsenso sa bene) "emergenza immigrazione". Prendere le distanze oggi da una politica che ha osteggiato l'accoglienza e reso l'Italia un Paese razzista mi sembra tardivo. Così come la improvvisa campagna mediatica del Movimento 5 Stelle contro Salvini (a cui eppure hanno agevolato non uno, ma due "decreti sicurezza") mi sembra l'ennesimo atto della solita farsa all'italiana, dove l'amico di oggi diventa il nemico di domani. Non sarà sufficiente l'aggressione social a Salvini (che ha letteralmente perso la bussola, dopo avere tirato la corda ed essersi infilato in un tunnel senza uscita) a rifare la verginità a Conte e a Di Maio.

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