
Il Paese ha bisogno di un'area di centrosinistra organizzata, con un PD che torni a parlare alle masse e, soprattutto, a capirne i bisogni. È necessario, però, lavorare su base unitaria, superando questo insopportabile clima da resa dei conti, mettendo una pietra sul passato, evitando di provocare da una parte, di raccogliere le provocazioni dall'altra. Insomma: occorre tornare a ragionare sui temi. Non sono ragionevoli i fischi, meno che meno le risposte infantili e piccate. Reagendo alle contestazioni (sbagliate anch'esse), sfidando la minoranza a vincere il prossimo congresso, Matteo Renzi sembra continuare a non capire che un leader moderno e forte deve sapere costruire, perché distruggere non ci vuole poi molto. Che c'entrava, per dire, andare a rinvangare la storia delle ormai preistoriche dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma? Spero si ritrovi il senso di comunità di partito, perché non esistono onde infinite, prima o poi la battigia arriva, perfino per l'asse Lega-M5S. E allora il Partito Democratico deve mettere da parte i gigli magici, deve sapere apprezzare anche le opinioni di chi si permette l'ardire di pensarla diversamente, perché così si cresce. Altrimenti non abbiamo ancora imparato la lezione.

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