Sono reduce da una serie di incontri pubblici che mi hanno visto coprotagonista di alcuni incontri con i giovani, perlopiù studenti. Con loro ho parlato di temi culturali e di quelli riguardanti il rispetto delle regole nel lavoro del giornalista. Ho dovuto togliere del tempo ai miei numerosi impegni personali e professionali per potere rispettare questi appuntamenti. Ma l'ho fatto con grande trasporto emotivo, dando la precedenza ai giovani, considerandolo un dovere morale oltre che civico. "Ai giovani non posso dire di no", mi sono ripetuto.
Lo racconto perché i ragazzi sono lo specchio migliore del mondo di oggi. E anche io alla loro età avrei voluto avere un'opportunità di questo genere: confrontarmi con il mondo adulto, quello delle professioni e dell'esperienza, con particolare predilezione per la conoscenza. Un "vizio" che non mi sono mai tolto, e che ancora oggi mi vede organizzare iniziative in favore della conoscenza e dell'analisi dei fatti culturali attraverso presentazioni di libri e trasmissioni televisive, come quelle che da questa stagione ho portato al cinema, con un esperimento che mi sta dando moltissime soddisfazioni e che continuerà.
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