sabato 31 gennaio 2015

Mattarella al Quirinale: Costituzione invertita, con il Premier che nomina il Capo dello Stato (e non il contrario). Capolavoro di Renzi, leader ancora più forte

È la prima volta, al mio ricordo che, di fatto, un Premier (ancorché nella veste di segretario del più grande partito italiano), nomina il Presidente della Repubblica. È quello che è accaduto con l'approdo al Quirinale del prof. Sergio Mattarella. La Costituzione, come si sa, semmai sancisce un procedimento opposto. Eppure Matteo Renzi è riuscito a capovolgere perfino questa liturgia, trascinando verso le sue posizioni prima il suo partito, poi il suo principale alleato (mi riferisco ad Alfano, non a Berlusconi).
La si pensi pure come si vuole, ma è innegabile che la partita del Quirinale abbia consegnato alla storia un Renzi autentico leader. Con tre mosse l'ex sindaco di Firenze ha mostrato un'intelligenza politica fuori dal comune: ha bagnato le polveri dei suoi avversari interni al Pd avanzando un nome, quello di Mattarella, al quale non si poteva opporre alcun rifiuto; chiusa questa partita ha spostato la sua attenzione sui centristi, riuscendo a fargli capire che quella di Mattarella poteva essere anche la loro vittoria; ha costretto infine (e per l'ennesima volta) Silvio Berlusconi a non farla tanto lunga, ché già la scelta di Mattarella (e non, ad esempio, quella del più indigesto Romano Prodi) poteva confermare benissimo la validità del patto del Nazareno, con buona pace di chi in questi giorni, piuttosto frettolosamente, l'aveva dato per tradito. 
Certo, se il patto conteneva compiti "ad personam" da far esercitare al nuovo inquilino del Colle, tipo la cosiddetta "restituzione dell'agibilità politica a Berlusconi", è chiaro a tutti che solo Giuliano Amato avrebbe potuto avere la faccia tosta di agire in tal senso, è fuori da ogni logica che possa farlo uno come Sergio Mattarella.
Quello di Renzi è un capolavoro, insomma. Sul quale spicca il senso dell'unità da restituire ad un Partito Democratico che specialmente nell'ultimo periodo aveva offerto uno spettacolo a dir poco indecente.
Mattarella al Colle è una vittoria di Renzi, negarlo sarà complicato, anche se non soprattutto alla minoranza del Pd. L'essere riuscito a scongiurare al Paese uno scenario da scontro aperto rende Renzi un leader inattaccabile. Un Presidente del Consiglio che esce ancora più forte nel suo ruolo, avendo piazzato al Colle un personaggio che non ne intaccherà le posizioni, in degna continuazione con il lavoro svolto da Giorgio Napolitano.
So bene che questo ragionamento, a chi non conoscesse spessore culturale e moralità del professor Sergio Mattarella, potrebbe farlo apparire come un burattino nelle mani di Renzi. Naturalmente non sarà così, il Premier lo sa bene, ce ne accorgeremo tutti molto presto. Nessuno confonderà mai la mitezza di Mattarella con la sua determinazione. Con un costituzionalista del suo rango a garantire per la Costituzione sarà difficile ottenere la promulgazione di leggi che non si attengano rigidamente allo spirito della legge fondamentale del Paese.
Dopo il Quirinale, naturalmente, la legislatura non può interrompersi, e per diversi motivi. La luna di miele tra il Paese e il leader ha subito un rallentamento, questo lo sanno tutti. Ecco perché non è conveniente anticipare il ritorno alle urne. È uno dei motivi per i quali il patto del Nazareno rimarrà in piedi, perché la conseguenza opposta sarebbe il voto, e Forza Italia non può permetterselo.
L'atteggiamento degli altri partiti sul Quirinale non passerà alla storia. Una marmellata penosa l'intesa (contraddittoria nei termini) tra Fratelli d'Italia e Lega nord.
E il Movimento Cinquestelle? In questa vicenda passerà alla storia (sic!) solo per la drammatica (e ridicola) inversione a U di Grillo su Mattarella: ieri additato come quello che negò le conseguenze dell'uranio impoverito nella ex Jugoslavia, oggi definito persona perbene. Poche idee, ma confuse.
Movimento che intanto continua a perdere pezzi. I cortigiani di Grillo li definiranno "traditori", ma un problema esiste. Anche se i sondaggi continuano a riferire dati più che lusinghieri (circa il 20%). Ma se rimane nelle mani della Casaleggio & associati questo movimento, che doveva stravolgere il mondo ma che come è noto ha preferito non farlo, è destinato brevemente a sparire.
Come accadde all'Uomo qualunque e a tanti epigoni successivi.
Massimo D'Antoni
@dantonisciacca

2 commenti:

  1. Francamente non vedo la novità, i Presidenti della Repubblica sono stati sempre stati eletti dai Partiti e a quello di maggioranza relativa ha sempre avuto diritto di proposta. Se non ci fossero stati i 101 Bersani avrebbe fatto eleggere Prodi o Marini solo per citare l'esempio più recente. Quanto al capolavoro di Renzi, credo abbiano prevalso il pressing di Bersani e la consapevolezza che se avesse proposto un nome figlio del "Patto del Nazareno " avrebbe sfasciato il PD. Mattarella sarà un buon Presidente ed un ottimo custode della Costituzione. E questo mi basta!

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  2. D'accordo perfettamente.

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